Viviamo in un’epoca in cui le tecnologie digitali sono entrate a fare parte del nostri ambienti, siano essi di vita, di lavoro, di svago…anzi le tecnologie spesso di connotano esse stesse come “ambienti” di discussione, di lavoro, di intrattenimento, di scambio, di acquisto…
Non possiamo negarne la pervasività né l’utilità.
Le tecnologie potenziano le nostre capacità conoscitive, operative, il nostro agire nel mondo. Ma non sono il mondo. I nuovi servizi offrono artefatti cognitivi molto efficaci ed utili: sistemi di calcolo, strumenti di scrittura, banche dati, motori di ricerca intelligenti, sistemi di gestione e programmazione del tempo, archivi e memorie. Ma non sono il nostro sistema cognitivo. Attraverso le tecnologie riusciamo ad essere in contatto con amici e parenti lontani con i quali conversiamo, scambiamo immagini e pensieri. Queste connessioni non sono relazioni.
Come in tutti gli aspetti della vita umana credo sia necessaria una ricerca di equilibrio in grado di integrare le potenzialità degli strumenti con la saggezza di chi li utilizza; senza perdere i benefici, con attenzione ai rischi.